Ecco alcuni modi che permettono sia ai locatori che ai locatari di risparmiare, e non poco.
Le agevolazioni per inquilini e proprietari:
Le agevolazioni per il proprietario di casa:
- Il primo è la Cedolare Secca al 10% o al 21%, che riduce l’importo delle tasse sul reddito da locazione dovute dal proprietario allo Stato. La cedolare secca è una tassazione opzionale che può essere esercitata dal locatore in sede di stipula del contratto di affitto e che consente (quasi sempre) di risparmiare sulle imposte dovute sul reddito da locazione. Si tratta di una tassazione sostitutiva delle ordinarie aliquote Irpef, delle addizionali e dell’imposta di bollo e di registro dovute sul contratto di affitto.
Sono previste due diverse aliquote: la cedolare secca può essere al 10% (contratto a canone concordato) o al 21%.
- Per chi affitta l’abitazione principale la detrazione è di 300 euro per redditi complessivi non superi 15.493,71 euro, o di 150 euro nel caso di redditi superiori.
Le agevolazioni per l’inquilino:
- Può richiedere le agevolazioni fiscali sull’affitto, grazie alle quali una quota del canone viene detratta nella dichiarazione dei redditi.
- Chi ha preso casa in affitto con contratto a cedolare secca potrà detrarre un massimo di 495,80 euro all’anno, che si riducono a 247,90 euro per i redditi compresi tra i 15.493 euro e i 30.987 euro.
- I giovani tra i 20 e i 30 anni possono risparmiare ben 991,60 euro per i primi tre anni dalla stipula del contratto.
- Ai lavoratori fuori sede che hanno trasferito la propria residenza lo Stato permette di detrarre fino a 991,60 euro nel caso di redditi sotto i 15.493,71 euro e 495,80 euro per i redditi compresi tra 15.493,72 e 30.987,41 euro.
- Agli studenti fuori sede è consentito detrarre il 19% di un massimo di 2.633 euro all’anno. In sostanza, con le detrazioni si risparmiano circa 500 euro all’anno, una somma non di poco conto!
- Il Fondo per la Morosità Incolpevole aiuta gli inquilini che hanno perso il lavoro a causa di licenziamenti o a seguito di accordi aziendali che hanno comportato la riduzione dell’orario. Il sostegno è rivolto anche in caso di cessazione di attività libero-professionali.
- Nel caso invece di contribuenti che a causa di gravi malattie o decesso di un componente della famiglia si trovano in situazioni di difficoltà economica, il Fondo è gestito direttamente dalle Regioni.
- Se la spesa per l’affitto è troppo alta rispetto al proprio reddito è possibile richiedere il contributo comunale di integrazione al canone di locazione, le cui regole specifiche sono stabilite da ciascun Comune (ma in genere è necessario possedere un ISEE di valore non superiore a 28.000 euro).
- Chi abita a Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Torino, Bari, Palermo e Catania può anche sfruttare il contratto di locazione a canone concordato, che comporta per l’inquilino un canone inferiore ai valori medi di mercato e per il proprietario diversi vantaggi fiscali.
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